La mattina inizia nell'alto del rifugio Nello Conti, con le chiacchiere a colazione dei due gestori, che parlano di cave di marmo. Ed è sufficiente guardarsi intorno per capire che l'argomento è terribile: le montagne stanno scomparendo, letteralmente.
Poco rinfrancato da ciò che gli uomini possono fare guidati dal denaro, riprendo la discesa dalla Finestra Vandelli.
Lì sotto inizia il più intricato e meraviglioso groviglio di tornanti e rampe che si possa immaginare: massicciate, selciature, curve, impennate per domare il fianco scosceso della montagna: un capolavoro di genio e follia! E anche una delle viste che attendevo da più tempo, almeno da trentanni, quando ne avevo visto le foto quasi in bianco&nero sui libri dell'Artioli. La discesa è deliziosamente a precipizio tra l'aria tersa della mattina e ogni volta che mi volto indietro a guardare sembra incredibile che quella linea di sassi che si inerpica verso il cielo sia una strada.
Arrivo, anche stavolta finalmente, a Resceto dove si respira l'aria di un piccolissimo paese valligiano. Un signore mi parla di guerra e le parole sfumano mentre cerco una discesa con cui la Vandelli se ne esce dal paese. Quel tratto e un altro tratto che poco oltre evita svariati tornanti, sono tratti originali che mi regalano belle emozioni di aver compiuto una ricerca profonda sulla Vandelli. I paesi si susseguono lungo il Frigido: Gronda, Guadine, Canevara. E il frigido diventa sempre più luogo di villeggiatura con frotte di bagnanti nelle sue acque limpide.
Per il resto la Vandelli è ora la trafficata strada della Bassa Tambura. Mi regalo ancora un tratto originalissimo per passare il Frigido da destra a sinistra su un piccolo ponte e poi lo splendore del quartiere Santa Lucia di Massa: bellissimo e sorto attorno a una larga curva della Vandelli che entra in città.
Ancora qualche incrocio trafficato e poi come per magia sorge la mai vista eppure familiarissima Piazza Aranci col rosso palazzo ducale.
Sono arrivato, da Modena a Massa, viandante a piedi, passo dopo passo, percorrendo fuori tempo massimo la Via Vandelli!
La Via Vandelli è la strada leggendaria del Ducato Estense, la prima strada dell'illuminismo, progettata e costruita attraverso l'Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane, dalla pianura modenese al mare Tirreno. Con mesi di ricerche negli archivi Estensi, ho ricostruito il percorso originale del 1739. Poi ho inforcato il mio bastone di nocciolo e calcato il cappello a larghe tese in testa, e in otto tappe ho ripercorso i 150 km di asfalto terra ghiaia roccia erba che sono oggi la Via Vandelli.
sabato 17 giugno 2017
Tappa otto
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