«La vita è vecchia qui, più vecchia degli alberi più giovane delle montagne che cresce come una brezza. Strada di campagna, portami a casa nel posto a cui appartengo»
oggi parto. quindi inizio.
e vorrei concludere questi mesi di racconti e sogni su questo blog con la meno artistica e la più importante delle foto: la foto della Via Vandelli davanti alla casa in cui sono nato. E questo spiega il tutto, in parte.
Prima di questo ho solo il racconto dei miei genitori che in un'estate di circa quarantanni fa in sella a una vespa vanno per uno stradello di campagna, l'allora Via Vandelli, a vedere il pezzo di terra su cui costruiranno casa: e io ero lì con loro, con mia madre, incinta di me. Dopodiché è tutto scorso lì: le finestre della mia camera da sempre aperte sulla Via Vandelli, col sottofondo di rombo di traffico che cresce anno dopo anno; mia nonna che mi acompagna in bicicletta all'asilo sfidando le auto; i primi giri con i miei genitori in bicicletta d'estate verso il paese con le mille raccomandazioni a prestare attenzione a quella strada trafficata; lo sfrecciare con la bici nuova regalo della promozione all'esame di quinta elementare sul cordolo sdruccilevoele; le passeggiate lungo l'erba del fosso per andare a prendere la corriera che mi portava al liceo; l'anno in cui il fosso che accompagnava per tutta lunghezza la Via Vandelli di casa è stato tombato e sopra costruita una ciclabile; gli inverni nevosi e ghiacciati che trasformavano la Via Vandelli in un nastro bianco e scivolosissimo e allora la strada diventava per una notte deserta ed era tutto silenzio e visione dalle montagne alla città; l'emozione ogni volta di riconoscere quella svolta.
E poi c'è molto di più, lontano da casa: c'è la colonia estiva a Santandrea Pelago, i libri dell'Artioli portati a casa dal nonno, il viaggio in moto con mio padre al lago di Vagli, le fidanzate, le notti a Barigazzo a imparare a stampare, Pantani sulle rampe del San Pellegrino, la leggenda di una strada che tutti nominavano e che anche da posti lontani e così diversi se percorsa nella sua interezza mi avrebbe portato a casa. Perché per tutti i miei amici quel tratto di strada è la Vandelli, per altri è la Nuova Estense, per altri è la statale dodici, per altri ancora è la continuazione della tangenziale di Modena e infine per tanti è un anonimo brandello di asfalto. E invece per me è stata, è e sempre sarà: la Via di casa.
dopo la passeggiata che tra pochissime ore inizio, lo sarà ancora di più.
www.viavandelli.com #viavandelli @viavandelli
e vorrei concludere questi mesi di racconti e sogni su questo blog con la meno artistica e la più importante delle foto: la foto della Via Vandelli davanti alla casa in cui sono nato. E questo spiega il tutto, in parte.
la Via Vandelli, oggi, davanti alla mia casa natale |
E poi c'è molto di più, lontano da casa: c'è la colonia estiva a Santandrea Pelago, i libri dell'Artioli portati a casa dal nonno, il viaggio in moto con mio padre al lago di Vagli, le fidanzate, le notti a Barigazzo a imparare a stampare, Pantani sulle rampe del San Pellegrino, la leggenda di una strada che tutti nominavano e che anche da posti lontani e così diversi se percorsa nella sua interezza mi avrebbe portato a casa. Perché per tutti i miei amici quel tratto di strada è la Vandelli, per altri è la Nuova Estense, per altri è la statale dodici, per altri ancora è la continuazione della tangenziale di Modena e infine per tanti è un anonimo brandello di asfalto. E invece per me è stata, è e sempre sarà: la Via di casa.
dopo la passeggiata che tra pochissime ore inizio, lo sarà ancora di più.
www.viavandelli.com #viavandelli @viavandelli
Nessun commento:
Posta un commento