la Via Vandelli con il Viandante :: Tappa 6 :: Poggio - Campaniletti
La sesta tappa della Via Vandelli parte da Poggio, dove il torrente Edron sfocia nel Serchio. Oggi seguiremo sempre il percorso originale settecentesco della Via Vandelli, a parte brevissimi tratti, salendo fino al punto più spettacolare di tutto il cammino: il passo della Tambura, che ci regalerà uno spettacolo indimenticabile, dopo un'altrettanto memorabile faticosa salita.Iniziamo il cammino uscendo dal paese e imboccando immediatamente una piccola strada che è correttamente indicata come Via Vandelli e che dopo qualche casetta si trasforma in un'agevole carreggiata. Il percorso continua immergendosi nel bosco, seguendo e risalendo da vicino il corso del torrente Edron.
la Via Vandelli si immerge nel bosco a fianco del torrente Edron |
Incontriamo sul nostro cammino un antico ponte di pietra, e facciamo una brevissima deviazione per vedere l'antico mulino di Puglianella sull'Edron per poi tornare sui nostri passi. Ancora qualche minuto di cammino e raggiungiamo la Ferriera: uno dei luoghi magici del cammino della Via Vandelli. Si tratta di una grande e bellissima villa padronale, coeva alla Via Vandelli, visto che la data sull'architrave della porta è 1754. Attorno a questa casa si sviluppava un borgo di contadini e lavoranti, di cui si scorgono ancora i ruderi sommersi dalla vegetazione. Un vero peccato è lo stato di abbandono del borgo e della villa e sporattutto della piccola chiesa che sta cadendo a pezzi nel cortile della villa.
la villa del borgo della Ferriera, tra la Via Vandelli e il torrente Edron |
il paese sommerso di Fabbriche di Careggine, con il ponte della Via Vandelli (foto di Francesco Ruffini - 1994) |
Raggiungiamo la località Fontana delle Monache, dove sorgeva un convento, al bivio tra Vagli Sotto e Sopra. Qui possiamo trovare acqua e cibo, presso alcuni locali riaperti in seguito alla spinta turistica del parco attorno al lago. Noi proseguiamo dritti in direzione Vagli Sopra.
Il percorso della Via Vandelli oggi è completamente asfaltato, per questo preferiamo dopo un po' sulla sinistra, per tagliare i tornanti e seguire un bel sentiero attraverso il bosco, abbastanza ripido, che ci porta direttamente alla chiesa di Vagli Sopra. In centro al paese ci sono alcune fontane dove è indispensabile fare abbondante rifornimento di acqua, visto che ci aspettano i chilometri più duri di tutto il cammino della Via Vandelli e non troveremo più nessuna fonte fino al passo Tambura (se ci va bene) o adirittura fino al rifugio Nello Conti.
Usciamo dal paese e iniziamo a immergerci nella selvaggia valle d'Arnetola seguendo la via delle cave. La strada è stata asfaltata per permettere il passaggio dei camion del marmo, ma ciononostante riconosciamo ben presto gli antichi casoni in pietra a servizio dei viandanti della Via Vandelli e che oggi sono quasi tutti abbandonati e in rovina. Appena prima del ravaneto della cava Pallerina, sulla destra ammiriamo la Capanna d'Abrì, uno dei pochi stabili in questo tratto di Via Vandelli che è stato ristrutturato, adeguatamente preservato e non ancora inghiottito dall'area delle cave.
la Capanna d'Abrì, un riparo per i viandanti lungo la Via Vandelli all'imbocco della valle d'Arnetola |
La strada ora è ghiaiata, ma ancora molto ampia e affianca le cave attive, di cui sentiamo anche i boati delle esplosioni, se passiamo in orario lavorativo. Facciamo un tratto nel bosco, prima del bivio per Arni e il monte Sella: questo percorso sulla sinistra è una possibile alternativa per chi si sposta in mtb, in quanto i chilometri finali della salita di oggi e quelli iniziali della discesa dal passo della Tambura sono da percorrere con la bicicletta a mano e diventano per questo difficili e da affrontare con molta cautela (mentre a piedi non ci aspetta nessuna difficoltà, a parte la fatica). Ci lasciamo alle spalle l'ultima enorme cava e finalmente camminiamo sulla Via Vandelli originale, ancora lastricata in pietra, con evidentissimi i monumentali muri di sostegno.
La strada è ripida, ma il panorama è mozzafiato, con le vette delle Alpi Apuane che ci sovrastano, i faggi, le roverelle, i carpini che ci abbracciano, la strada che ci accompagna. Il bosco man mano si dirada e infine, dopo alcuni tornanti dalle pendenze molto ardite, usciamo tra i prati delle pendici più alte, tra il monte Tambura, la Focoletta e l'Alto di Sella, con lo sguardo che spazia dalla Roccandagia alle cime del monte Sella.
Poco prima di valicare, sulla sinistra, ci sono i ruderi dell'ultimo casone voluto da Domenico Vandelli su questo versante: il Casone del Ferro. Qui, facendo alcuni passi in basso nel prato, possiamo trovare un tubo che butta un po' d'acqua, se siamo fortunati. Manca poco e dopo l'ultima rampa, arriviamo ai 1620m del passo Tambura, di cui riconosciamo la spaccatura triangolare fatta nel '700 dal Vandelli per agevolare il passaggio delle carrozze. Da qui abbiamo la vista più emozionante e spettacolare di tutto il cammino, sulle Alpi Apuane, Massa, il mar Tirreno, i promontori della Liguria e le isole.
Ci rimane qualche chilometro di discesa, in cui iniziamo a godere dell'opera architettonicamente meravigliosa e coraggiosa di Domenico Vandelli che ha dovuto far passare la sua strada dove nessuno mai aveva osato e (speriamo) oserà più.
Arriviamo alla Finestra Vandelli, una terrazza, anche questa costruita da Domenico Vandelli con alcune esplosioni, per permettere la sosta delle carrozze prima dell'ultima erta per chi doveva valicare il passo. Inoltre la Finestra è anche il portale d'accesso verso i Campaniletti, dove nel '700 c'era il Cason de' Campaniletti per la sosta e il ristoro dei viandanti e a protezione contro i briganti, e oggi c'è il rifugio Nello Conti del CAI di Massa.
La cena, la sera e la notte sulla terrazza del rifugio, vista mare, sotto il cielo buio e stellato, con la vista sul mare e le luci di Massa che ci aspetta, saranno uno dei ricordi ppiù indimenticabili del cammino della Via Vandelli e anche di tutta la vita: godiamocelo!
i meravigliosi muri di sostegno settecenteschi su cui passa la Via Vandelli per risalire le Apuane |
Poco prima di valicare, sulla sinistra, ci sono i ruderi dell'ultimo casone voluto da Domenico Vandelli su questo versante: il Casone del Ferro. Qui, facendo alcuni passi in basso nel prato, possiamo trovare un tubo che butta un po' d'acqua, se siamo fortunati. Manca poco e dopo l'ultima rampa, arriviamo ai 1620m del passo Tambura, di cui riconosciamo la spaccatura triangolare fatta nel '700 dal Vandelli per agevolare il passaggio delle carrozze. Da qui abbiamo la vista più emozionante e spettacolare di tutto il cammino, sulle Alpi Apuane, Massa, il mar Tirreno, i promontori della Liguria e le isole.
la vista verso il Tirreno, sulla Via Vandelli, dal passo della Tambura |
Arriviamo alla Finestra Vandelli, una terrazza, anche questa costruita da Domenico Vandelli con alcune esplosioni, per permettere la sosta delle carrozze prima dell'ultima erta per chi doveva valicare il passo. Inoltre la Finestra è anche il portale d'accesso verso i Campaniletti, dove nel '700 c'era il Cason de' Campaniletti per la sosta e il ristoro dei viandanti e a protezione contro i briganti, e oggi c'è il rifugio Nello Conti del CAI di Massa.
La cena, la sera e la notte sulla terrazza del rifugio, vista mare, sotto il cielo buio e stellato, con la vista sul mare e le luci di Massa che ci aspetta, saranno uno dei ricordi ppiù indimenticabili del cammino della Via Vandelli e anche di tutta la vita: godiamocelo!
il video de "la Via Vandelli con il Viandante"