La colazione a San Pellegrino è su una terrazza vista Apuane. La discesa però è da intraprendere presto , che è inarrestabile. Si scende tra i casini, osterie costruite a servizio della Via Vandelli: Cà della Palma, il Tendaio, la Boccaia... E alla Boccaia la sorpresa di una signora che mi fa entrare proprio nella bottega della nascita vino: un gioiello di miriadi di bottiglie accatastate sulle mensole e bancone in legno. Mentre esco il gesto della signora che chiude la porta è identico a quello che è fotografato nei libri dell'Artioli alla Bettola. Perché nel frattempo l'osteria della Bettola è crollata e allora questa coincidenza diventa magica.
La discesa continua perfetta tra tratti originali e strada moderna, tornanti e falsi piani.
Arrivato a Campori non posso che pensare alle carovane di viandanti radunate qui prima della o alla fine della dura salita o discesa. Campori, Pieve Fosciana sono centri incantevoli ma troppo deturpato da periferie figlie del benessere.
Castelnuovo invece pare un gioiello settecentesco, racchiuso di pietra tra le mura, preannunciato da un suggestivo ponte, pieno di turisti che come me si ristorano dall'ardita meridiana e garfagnina con un gelato.
Poi però comincia la strada regionale, che per fortuna evito per un tratto con un'accurata studiata branca laterale originale Vandelli. Perché poi è un lungo toboga di asfalto senza banchina che pare quasi illegale. Sopravvivo a stento saltando da una parte all'altra della strada per denunciarmi alla pietà dei guidatori. Eppure è pieno di paesi dalle case di pietra, Filicaia e Termini, è maestà ognidove e segni così inequivocabili che si stringe il cuore a vedere la Vandelli resa incamminabile.
Arriva Poggio, è il paese mi fa allargare di nuovo il cuore coi vicoli stretti, la pietra, la Chiesa e l'isolata ieratica Pieve di San Biagio. Appena prima dei miei pari per la notte, niuiorchese e lituana con tre figlie una nipote e due cani, è il tutto si riassume nella parola namastè. Ma anche loro, durante la cena condivisa, mentre le ragazze arrostiscono toffolette, mi chiedono curiosi di questa mia strada di casa che arriva fino qui...
La Via Vandelli è la strada leggendaria del Ducato Estense, la prima strada dell'illuminismo, progettata e costruita attraverso l'Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane, dalla pianura modenese al mare Tirreno. Con mesi di ricerche negli archivi Estensi, ho ricostruito il percorso originale del 1739. Poi ho inforcato il mio bastone di nocciolo e calcato il cappello a larghe tese in testa, e in otto tappe ho ripercorso i 150 km di asfalto terra ghiaia roccia erba che sono oggi la Via Vandelli.
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