martedì 28 gennaio 2020

Tappa 2 :: Torre Maina - Pavullo nel Frignano - Via Vandelli escursionistica

la Via Vandelli con il Viandante :: Tappa 2 :: Torre Maina - Pavullo nel Frignano

La seconda tappa della Via Vandelli, nel ramo che parte da Modena e che in questa tappa si ricongiungerà con quello che parte da Sassuolo, parte da Torre Maina, davanti alla chiesa.
Siamo al centro della valle del torrente Tiepido, scelta nel 1739 da Domenico Vandelli per risalire l'appennino modenense. Toccando il borghetto di Torre Montina, l'agriturismo il Luoghetto fino all'aggolomerato di case di Poggio Gaiano ci porteremo rapidissimamente in quota.
Poggio Gaiano è un luogo di insediamenti antichissimi, terramaricoli e romani, e da qui si può ammirare: il panorma sulla pianura e su Modena, la catena alpina in fondo alla valle padana nelle giornate terse, il paesaggio dei calanchi e davanti a noi il serpeggiare sul crinale della Via Vandelli verso il santuario di Puianello.

la Via Vandelli che sale da poggio Gaiano verso Puianello
Poco prima di Puianello prendiamo a sinistra una breve deviazione dal percorso settecentesco che ci permetterà di raggiungere una terrazza panoramica da cui potremo vedere oltre al panorama già descritto anche il paese natale di Domenico Vandelli: Levizzano Rangone distinguibile con il castello, la torre metildica e la chiesa. Questo è l'unico punto di tutta la Via Vandelli da cui potremo vederlo. Per chi vuole, in pochi minuti si può salire al carateristico santuario di Puianello.
Riprendendo la strada verso la montagna, percorrendo alcune carreggiate interpoderali che passano in mezzo ad aziende agricole, raggiungiamo le Salse di Puianello, i vulcani di fango freddo che raggiungono la superficie grazie agli idrocarburi del sottosuolo.

le Salse di Puianello, appena discoste dalla Via Vandelli
La salsa di Puianello è descritta nel ’700 da Lazzaro Spallanzani nel tomo V della sua opera “Viaggi alle Due Sicilie e in alcune parti dell'Appennino”. Nel cap. XLI “Osservazioni e Sperienze intorno alla Salsa della Maìna”, l’autore dice:
«Giace ella quasi nel mezzo di un prato che può avere di giro piedi 300, e da due lati è attorniata da campi fruttiferi. Si appalesa alla distanza d’un miglio, per formare un cono di bianca terra sollevantesi dal piano del prato. A 100 piedi e di vantaggio cominciai a sentire l’odore della Salsa che non è già quello del gaz idrogeno, ma di deciso petrolio».

Continuiamo sulla Via Vandelli settecentesca salendo un tratto di strada asfaltata fino al bivio per il monte Calvario, dove abbandoniamo il percorso originale, così da evitare altri chilometri di asfalto e in più poter godere di un paesaggio meraviglioso che spazia sia sulla valle del Tiepido verso Serramazzoni che sulla valle del Panaro verso i Sassi di Rocca Malatina.
Così facendo non passiamo per il paese di Farneta di Riccò, che però è rapidamente raggiungibile proseguendo sull'asfalto invece che salendo al monte Calvario o prendendo via Monte Pizzicano o via La Bianca.
Con il percorso escursionistico invece raggiungiamo direttamente San Dalmazio, dove troveremo un emporio, un bar, un paio di ristoranti e la fontana per l'acqua. A San Dalmazio ci sono diverse testimonianze della Via Vandelli, come la cappella Gentilini e l'originalissimo passaggio sotto l'arco della casa nella piazza del paese, in cui si controllava il passaggio dei viaggiatori.

il passaggio della Via Vandelli a San Dalmazio sotto la casa-torre
Dopo San Dalmazio proseguiamo appena sotto il crinale, dove non è più possibile transitare a causa di proprietà private, finché al bivio per il Malandrone scendiamo nella valle del Rio Torto. Questa zona molto franosa, non ha permesso la conservazione della Via Vandelli che scendeva proprio dove oggi c'è un campo coltivato. Visto che non è consigliabile attraversare il campo, scendiamo per i tornanti della moderna strada asfaltata, fino al ponte sul Rio dove invece riprendiamo i sentieri e rapidamente siamo di nuovo sulla Via Vandelli originale settecentesca che sale rapida come una polverosa carreggiata.
Raggiungiamo nuovamente una piccola strada asfaltata che oggi sta sopra la Via Vandelli e la seguiamo tra i campi e le aziende agricole quasi fino all'incrocio con la ss.12 Nuova Estense. La Via Vandelli prosegue proprio al di là della statale, ma visto che l'attraversamento è estremamente pericoloso, ci tocca fare una deviazione un po' avventurosa per passare sotto al grande viadotto della Nuova Estense.
Non manca molto, e raggiungiamo uno dei luoghi mitici della Via Vandelli: il trivio dove la Via Vandelli del 1739 che stiamo percorrendo salendo da Modena si congiunge alla Via Vandelli del 1751 che parte da Sassuolo e attraversa Serramazzoni: qui i due rami della Via Vandelli si congiungono e proseguono insieme verso Pavullo, la Garfagnana, le Apuane e Massa.

il trivio della Via Vandelli dove il percorso da Modena e quello da Sassuolo si incontrano e proseguono inseeme verso Massa
Dopo un bellissimo tratto tra due filari di querce, siamo arrivati in un tratto dove la via Giardini si sovrappone alla Via Vandelli. La percorriamo solo per un brevissimo tratto, e a Cà Bosi (punto più alto della tappa) lasciamo il percorso orioginale, troppo trafficato e per sentieri attraversiamo le ultime colline prima dell'arrivo: a vista del borgo di Montebonello, poi sopra al poggio del Vecchietto, attraverso Cà Moneta, a vista di Miceno e della sua rupe, in un susseguirsi di tranquilli sentieri, fino all'ultima breve salita che sale dal rio Cogorno, poi in discesa su Pavullo attraverso i quartieri moderni di villette per raggiungere il ristoratore parco ducale, con fontane, alberi, il palazzo Ducale e il busto del celebre condottiero Raimondo di Montecuccoli.
Ancora pochi passi per raggiungere il centro di Pavullo nel Frignano, sotto il busto di Giovanni Borelli, pronti a tuffarci nelle fresche acque della fontana dell'acqua pubblica delle due aquile.

il secondo video de "la Via Vandelli con il Viandante"
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