«mastica e sputa da una parte il miele mastica e sputa dall'altra la cera mastica e sputa prima che faccia neve»
ho visto la cava ho visto il bianco ho visto i cartelli di divieto e le reti rosse ho visto la montagna sgretolarsi in candore.
poi mi sono confuso, insieme alla viabilità di cava, ai
sentieri cai, alla
Via Vandelli schiacciata sotto un peso immane. e ho camminato su un percorso non originale, sbandato e deviato da altre esigenze umane, dal profitto e dalla convenienza. ma appena ho messo la testa fuori dal bosco ho capito di aver sbagliato: e che
la Via passava più in là.
Durante l'autunno ho esplorato un brevissimo tratto della
valle d'Arnetola (
troppo poco tempo, colpa di un cuoco di
Vagli Sopra che per un'ora ha affettato salumi a mano per quello che doveva essere un veloce spuntino). Ma questo breve assaggio è bastato per capire da una parte la fatica
del Domenico Vandelli nel disegnare un percorso in una valle così aspra e dall'altra che le
attività estrattive avevano irremediabilmente cambiato la viabilità nella valle e sommerso di rottami di
marmo il percorso originale della
Via Vandelli. Tanto che anche
il cai ha dovuto dare indicazioni fuorvianti su quale sia il percorso della
Via Vandelli. Tanto che ho capito che era dovuto nuovamente un lavoro di recupero del tracciato originale, nuovamente sommerso: pochi chilometri prima
sotto l'acqua, ora sotto
cascate immobili di rocce bianche e preziose fatte a brandelli.
So poco delle
Alpi Apuane. Ne so la meraviglia che suscitano al solo nome,
alpi e non appennini; so delle
ricerche di scuola, che insegnano a enumerare catene montuose risorse naturali confini e capoluoghi; so di profili vaghi lontani, cercati nelle passeggiate che svalicano oltre il
sentiero 00, evocati dai
più vecchi con sguardi lanciati verso il mare; so di
stragi, raccontate, con fare didascalico e sempre un po' troppo moralista. Ma ricordo nettamente la prima e unica volta che mi ci sono inoltrato, nell'estate del 2007, quando in
bicicletta io e
Moreno abbiamo percorso i due versanti degli appennini alla ricerca de
gli ultimi Festival dell'Unità: correvamo a pedali sul lungomare di
Marina di Massa, con le
Alpi Apuane a levante, e una volta arrivati a
Carrara ci siamo infilati sulle
orme degli anarchici lungo le venature del
carbonato di calcio fino a
Fantiscritti per scendere con le ruote pesanti e gli ingranaggi bianchi scolpiti ed affondare nell'altrettanto
bianco lardo.
Così non so se questo dilavare delle
Alpi Apuane in frammenti usati
per gioco e per arte ma soprattutto
per soldi sia una sciuagura o solo un'unghiata dell'uomo sulla pelle della madre terra che
si rimarginerà...
...ma so il mio pregustare tutto il nuovo che mi arriverà calpestando il friabile percorso della
Via Vandelli che si adagia silenziosa, sgorgata dalle pianure modenesi, pronta all'ultimo balzo sulle pareti apuane: come sangue di polvere e roccia, rappreso nel sudore e nei ricordi di genti povere e libere.
www.viavandelli.com #viavandelli @viavandelli
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