martedì 16 maggio 2023

s'io avessi previsto tutto questo

 

«E quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare. Ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto»

il retaggio:  del rertaggio miglior nessun possiede, oggi mi sento di dire per me e la Via Vandelli.

alcuni, tanti, non troppi, anni fa, mentre tracciavo con cura senza affanno, preciso come chi è incantato, la linea che tutto riassumeva in un tratto secoli di leggende della Via Vandelli per riportarne verità e solidità, ecco, mi chiedevo se fosse un atto morale, anzi sapevo che non lo era: e mi davo una risposta. che sta nell'ultima riga di questo post di più di sei anni fa:

di baci straziami

e quella risposta mai fu più veritiera e profetica, alla luce degli sciacalli, faine, vari animali necrofori o ancor peggio necrotici che si sarebbero avventati a far strame della leggenda e del corpo corso trascorrere delicato della Via Vandelli. e si sono avventati, ma il calore luminoso con cui l'avevo avvolta ne ha preservato l'integrità, nonostante i calci scomposti e i graffi stridenti sulle pareti pulsanti della strada. per fortuna che l'ho fatto. per amore che l'ho fatto. (non che lo sciame infangato sia del tutto passato, ma ormai anche la mia pelle si è fatta più dura. e stiamo ancora a vedere).

però non aveva ancora trovato conclusione l'epica. leggenda era. ammantata. con la massima cura l'ho fatta riemergere e percorsa originalmente. e così facendo ho riconsegnato la Via Vandelli ai passi, agli sguardi, alle intelligenze. ed è evidentemente un successo strabiliante.
ma l'ho anche quasi messa, la Via Vandelli, a spregio di tutto ciò che è per me. ancor più è stata e chissà sarà. ma l'ho anche quasi messa, la Via Vandelli, tra i "cammini"... come passando tra le vetrine di un museo in cui anfore antefisse fibule si ammonticchiano. e la collezione, pur preziosa, tramuta in una visione distratta quasi antologica, di rivista.
sì certo, ogni giorno spiego e coinvolgo facendone notare la bellezza l'unicità la spettacolarità la storia e le storie. ma.
ma dopo esserne stato appassionato amante, ne sono diventato donferrantesco enunciatore? ho davvero compito il servigio cavalleresco in punta di cuore o no?

poi la folgore nel mezzo di queste settimane di pioggia: scorgo su instagram la didascalia in una story, l'effimero dell'effimero che invece congiunge curve traiettorie tensioni:

discorsi sopra la Via Vandelli, tra viandanti, in quei de La Santona

questa è la parabola: viene immaginata progettata costruita, i secoli sepolgono l'opera per ammantarla di leggenda, un uomo la riemerge e traccia, ora la Via è di nuovo una, ma così potente da diventar diboccainbocca nuovamente LEGGENDA.

la Via è una. ora et semper.

giovedì 9 giugno 2022

lustro

 

«non alzo più la mano, cammino piano piano sulla strada ormai deserta, mentre tu chissà se aspetti ancora, mentre qui la strada che si sperde...»

un lustro di lustro. cinque anni di Via Vandelli:
la Via è una.

l'avrei mai detto che l'unica possibilità, per quanto stretta e sottile, indeterminabile se non da occhi lucidi, l'avrei mai detto che per quanto improbabile per quanto vago se non impresso nella polvere per quanto caparbio se non scientifico, l'avrei mai detto che da lì partivo io ma l'avrei mai detto che proprio per quello l'avrei mai detto sarebbe cambiato l'avrei mai detto se non proprio tutto però moltissimo per tantissimi: un guizzo nella storia, un tornante nascosto nel rettifilo iniziale, un'aritmia della modernità un sopracciglio inarcato un secondo più a lungo mentre fisso una mappa e sono già in cammino.
e sono ancora in cammino.

gli amici (foto by Glauco)
venerdì 9 giugno 2017, poco prima del tramonto, poco dopo il brindisi
appena al limitare di tutto quanto

in una foto il senso di quel venerdì sera 9 giugno di cinque anni fa, un lustro: gli amici che c'erano: alla partenza. perché non è facile credere a uno che crede in un progetto a cui non è facile credere. anche se un po' vi ho abituati. ma aprire una strada... che poi, voglio dire, mica ero lì per aprire una strada, ero lì per partire per il mio cammino iniziatico. cosa ci sia di iniziatico a 40 anni (41... perché la strada che volevo percorrere era perduta e 9 mesi ci ho messo a ricostrurne il percorso, caro Domenico, mi sono rimesso sulle tue tracce ed eccomi) cosa ci sia di iniziatico è da scoprire. ma nell'aria diradata di un giugno caldissimo si respira: si respira frizzante la curiosità la comprensione le bollicine del prosecco l'attesa e la semplicità del passo del passeggiare e del passaggio.

dopo cinque anni da quel venerdì sera da dopolavoro, indossati gli scarponi negli spogliatoi dell'azienda, brindato e chiacchierato, salutato e scherzato, raccontato e immaginato: dopo cinque anni la mia passeggiata da Modena a Massa sulla Via Vandelli settecentesca originalissima, da viandante solitario e ostinato, è diventato un cammino da migliaia di viandanti all'anno, sagomato con perizia a ricalcare ad approssimare la Strada Nuova del Ducato Estense con sentieri carreggiate e lastricati.
sì, la Via Vandelli cinque anni dopo è uno dei più importanti cammini di tutta Italia, con viandanti da tutta Italia e da tutta Europa; un cammino che ha riempito alloggi e ristori in tutto l'Appennino, Frignano e Garfagnana, un cammino con viandanti che sfidano un percorso impegnativo ma così ricco di soddisfazioni che non ha eguali.
(e nuove prospettive si affacciano: come curiose glorificazioni.)

ma oggi, per lustro, mi importa far ricardere come il pulviscolo atmosferico su un tramonto il mio affetto sugli amici che c'erano, che hanno creduto fin dall'inizio che il mio cammino aveva un valore travalicante. travalicante i passi, il tempo, le intelligenze. piedi cuore testa.

e tutto il mio viaggio, il mio primo cammino, è raccontato nel mio diario di viaggio "La Via Vandelli - Antica strada, nuovo cammino" (Artestampa - 2018). per tutto il resto dell'approssimato avvenire c'è stata la "Guida alla Via Vandelli" (Terre di mezzo - 2021).
e il mio diario, tra gli amici, inizia così:

«Veramente: parto. Mesi di studio, lungo tempo rincorrendo una labile traccia con ripetuti sopralluoghi tra Emilia e Toscana, ore e ore nelle biblioteche e archivi Estensi. E ora: la Via Vandelli si stende tutta davanti a me. Tracciata ma indefinita.
Ci sono tante persone a salutarmi, a brindare con me alla mia partenza: invitati a un’esperienza di cui vedranno solo le propaggini (inizio e fine) o l’epidermide (parole e immagini che mi sfuggiranno come figurine e didascalie di un albo).
Stappo prosecco, brindo e chiacchiero: tutto è irripetibile ed effimero. Come un aperitivo che sta per finire. Mentre pago, il giovane cameriere del bar che mi chiede per dove io parta, e alla mia risposta “Massa, a piedi” fa due passi indietro a sbarrare gli occhi: quando si è giovani è tutto barbaro e strano.
Mi metto per via sulla Via. Parto.
Dalla piazza di fronte al palazzo ducale, dalla sua facciata ocra e bianca. Parto verso sud calpestando ciottoli e canali tombati di una città romana; parto dal cuore di Modena frastagliata di portici. E parto con la spavalderia di chi pensa di stare per compiere un’impresa. [...]»

--

venerdì 1 ottobre 2021

com'è difficile trovare

 «e il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire»

👨‍🏫 post filosofico:

la Via è una.

e il cammino della Via Vandelli ha una caratteristica unica: si sviluppa per la maggior parte esattamente sopra alla strada ducale costruita da Domenico Vandelli tra il 1739 e il 1751, o negli immediati dintorni quando sul tracciato originale oggi insistono stade troppo trafficate (in massima sintesi sono soltanto i tratti Modena-Torre Maina; Calvario-San Dalmazio; Cà Bosi-Pavullo-Lama Mocogno; Castelnuovo-Poggio; bivio per Forno-Massa). in quei tratti ho cercato il percorso che approssimasse quanto più da vicino la #viavandelli storica, ma portando i viandanti della Via Vandelli a camminare su un percorso più sicuro e piacevole fatto di carreggiate, sentieri e piccole strade comunali e magari andando a ricercare emergenze geologiche (esempi: il ponte del diavolo o prà di lama) o architettoniche (es: pontecosi o il ponte della villetta) o storiche (es: montecuccolo o gli antichi camminamenti tra casette canevara e massa).  il percorso descritto nella "Guida alla Via Vandelli" di Terre di mezzo Editore e disponibile per tutti con le tracce gpx dal sito www.viavandelli.com -> il-percorso -> le-tappe.

questo cosa vuol dire? che chi cammina sulla Via Vandelli vive un'esperienza unica di immersione nella storia e nel paesaggio: ricalca con i suoi passi l'impresa, prima nella storia moderna, di una strada lastricata di centinaia di chilometri che attraversa due catene montuose e porta dalla pianura al mare con soluzioni ingegneristiche e logistiche uniche: tornanti, canalette di scolo, osterie, stazioni di posta, sbancamenti, muri a secco, filari di querce tuttora visibili sul cammino. è molto di più, molto molto di più, che un bel percorso che connette una partenza e una meta.

certamente si potrebbe tagliare, accorciare, evitare l'asfalto o la fabbrica o la stalla... ma poi? ma poi non si farebbe la Via Vandelli, ma qualcos'altro, di altrettanto bello o magari di più ma molto meno significativo e molto meno memorabile. secondo me. non si percorrerebbe la madre di tutte le strade moderne ma un bel sentiero tra la natura.

quindi... ci sono modi per camminare da Modena e da Sassuolo fino a Massa con meno asfalto e meno impicci, ma non sono la Via Vandelli... ed è altrettanto vero che chiunque è libero di accorciare, tagliare, evitare, scansare, ci mancherebbe altro, i piedi e i camminatori sono fortunatamente liberi di esplorare e inventare e personalizzare. ma consapevoli del perché il percorso consigliato è un altro, più fedele alla madre di tutte le strade moderne: la Via Vandelli. pennellata da Domenico Vandelli all'interno dei confini del ducato estense, tracciando con le sue isoipse il percorso più efficiente e geniale, consegnandocelo come gemma preziosa :) la Via è una.

(se avete consigli di miglioramento ulteriore all'interno della filosofia con cui ho costruito questo cammino, io sono ben felice di accoglierli. e alcuni, piccoli, li ho già pronti io, che implemeterò non appena possibile)

i percorsi della Via Vandelli: originale settecentesco e quello del cammino odierno

--

giovedì 10 giugno 2021

il brevetto della Via Vandelli

i ricordi più indelebili della Via Vandelli percorreranno piedi cuore testa dei viandanti per giorni, mesi anni, vite. questo è indubbio, perché la Via dopo essere stata percorsa, percorre.

un ricordo tangibile è sicuramente il passaporto della Via Vandelli, ingallito dal sole, increspato dalla pioggia, contaminato dal fango, arricchito di tanti timbri per ogni tappa superata.
lo potete scaricare gratuitamente in pdf dal sito www.viavandelli.com e stampare prima di partire. sarà un silenzioso e caro compagno di viaggio.

ma un altro documento a cui i viandanti possono aspirare è il "Brevetto della Via Vandelli"! il brevetto è il documento che a fine cammino potete richiedere e ricevere e che testimonierà imperituramente che siete riusciti nell'impresa!

il Brevetto della Via Vandelli

e, ovviamente, il Brevetto della Via Vandelli riserva alcune sorprese.
innanzitutto adotta la filosofia delle randonnée ciclistiche, che consiste nel conferire un riconoscimento a chi completa un determinato percorso in un tempo limitato passando per alcuni punti prefissati. Nel caso della Via Vandelli si sono presi come punti di snodo i simboli del potere ducale presenti sul percorso, cioè il palazzo estense di Modena oppure di Sassuolo, quello di Pavullo, la rocca di Castelnuovo e il palazzo ducale di Massa. Chi in quattro giorni al massimo percorra la Via Vandelli tra due di questi luoghi può ricevere il brevetto di “Cavaliere o Dama della Via Vandelli”, chi ne colleghi tre in un periodo massimo di sette giorni potrà richiedere il riconoscimento di “Conte o Contessa della Via Vandelli”, coloro che invece che percorreranno tutta la Via o il percorso da uno dei due palazzi ducali della pianura emiliana fino a quello di Massa potranno fregiarsi del titolo di “Duca o Duchessa della Via Vandelli”. Ovviamente, questi titoli hanno un intento puramente celebrativo e goliardico, senza possedere nessun valore effettivo.

Tutte le possibilità per conseguire i tre titoli simbolici

Sul Brevetto ci sarà il vostro nome e cognome, il luogo di partenza e arrivo lungo la Via Vandelli e le date del vostro viaggio.
Se lo autorizzate, la vostra impresa con il titolo raggiunto verrà inserita in un apposito elenco sul sito www.viavandelli.com che raccoglierà tutti coloro che hanno ricevuto il Brevetto.
L'impegno verrà premiato anche con una altrettanto simbolica corona, sempre più sfarzosa corrispondente al titolo nobiliare conseguito.
E nella parte destra del Brevetto, sovrapposti a una mappa di parte dei possedimenti estensi, saranno evidenziati i simbili ispirati alle città effettivamente attraversate camminando sulla Via Vandelli: due trivelle incrociate per Modena, oppure tre monti con due narcisi per Sassuolo, l’aquila imperiale per Pavullo nel Frignano, il leone rampante per Castelnuovo di Garfagnana, la mazza ferrata per Massa.

Camminare la Via è un'esperienza che non finisce mai di stupire e va ricordata e va raccontata e va resa leggenda.
Perché il viaggio sulla Via Vandelli comincia nella testa, prende vita con i piedi, ma continua nel cuore.


--

martedì 12 gennaio 2021

un'avventura

«Non sarà un'avventura, non può essere soltanto una primavera,
questo amore non è una stella che al mattino se ne va»

La mia avventura sulla Via Vandelli continua. Anzi, piccolo passo dopo piccolo passo, sta per fare un balzo. Il 21 gennaio 2021 esce la Guida alla Via Vandelli che ho scritto per Terre di Mezzo.

Guida alla Via Vandelli - Giulio Ferrari (Terre di Mezzo, 2021)

E davvero anche questa è stata un'avventura. Dopo mesi (e mesi) di contatti con la casa editrice e reciproco studiarsi, dopo una primavera 2020 pandemica, finalmente con l'estate ho potuto iniziare a lavorare sul campo al percorso escursionistico da proporre per completare entro l'autunno la redazione del testo che comprende oltre alle indicazioni per il cammino anche la storia della strada e tanti consigli utili per i camminatori, insieme alla scelta delle foto, il disegno delle altimetrie, il calcolo di distanze e dislivelli e l'operazione titanica di contattare tutte le ospitalità per stilare una lista completa di rifugi, b&b, pensioni e alberghi che si sono detti disponibili a ospitare i viandanti lungo il tracciato della Via Vandelli.

fatica e soddisfazioni sono inscindibili lungo la Via Vandelli

Un'avventura che mi ha molto stimolato: la responsabilità di sapere che ancora più viandanti percorreranno la Via Vandelli mi ha spinto a studiare, provare di persona, disegnare e descrivere un percorso escursionistico ancora più bello di quello che ho proposto fino ad ora.
Come sapete, in alcuni tratti alla Via Vandelli storica si è sovrapposta la viabilità moderna, con asfalto e traffico, quindi non più sicura per i camminatori. Però una delle unicità del cammino della Via Vandelli è proprio ripercorrere la strada settecentesca, la madre di tutte le strade moderne. Avevo già individuato un percorso alternativo, ma visto che ho passato il mio tempo libero degli ultimi tre anni (come minimo) a camminare il Frignano, la Garfagnana e le Apuane, ho capito che il tracciato si poteva migliorare: e il frutto di anni di ricerche è contenuto nella guida: un nuovo percorso escursionistico più bello, più agevole e anche più fedele a quello originale!

la Via Vandelli nella mappa del 1746 di Domenico Vandelli

👉 Alcune tappe sono rimaste identiche al 2020, con lo stesso percorso escursionistico.
☝ Poi ci sono alcuni piccoli cambiamenti che ho apportato per evitare quanto più possibile l'asfalto e rendere il percorso più intuitivo e camminabile.
🌟 Infine, tre sono le modifiche più importanti e sorprendenti, racchiuse in due tappe. Ma per ora andiamo per ordine di tappa, per le sette tappe:
☝M1: il percorso della prima tappa con partenza da Modena rimane sostanzialmente inalterato. La novità interessante è che faccio finire la tappa a Puianello, che rende tutta la scansione del viaggio più omogenea portandoci già in quota e dormendo con un bellissimo panorama sulla pianura padana.
👉M2: nessuna novità rispetto al percorso 2020 (a parte la partenza spostata a Puianello). Confermato il passaggio sotto al viadotto sul rio Torto per evitare l'attraversamento a raso della S.S. 12.
👉S1: tutto confermato per la prima tappa con partenza da Sassuolo.
👉S2: anche per la seconda tappa, tutto come nel 2020.
☝3: l'arrivo a La Santona avviene per un nuovo sentiero, ancora più aderente all'idea di Domenico Vandelli, riaperto grazie a Riccardo e al CAI di Modena.
👉4: tappa supersuper confermata, visto che è tutta interamente sul percorso originale settecentesco.
🌟5: ho modificato la discesa da San Pellegrino in Alpe, spostandomi dalla provinciale ai sentieri che corrono paralleli nel bosco utilizzati per il taglio legna, togliendo tanto asfalto da sotto gli scarponi.
🌟Da Castelnuovo a Poggio, ho cambiato sponda del Serchio, evitando di salire a Mont'Alfonso ma rimanendo basso sostanzialmente sul lungo fiume e molto più vicino al percorso settecentesco. Ho tolto tanto dislivello, ho mantenuto i sentieri ma soprattutto ho aggiunto due vere perle: Pontecosi e il passaggio sul ponte ferroviario-pedonale della Villetta.
☝6: l'unica modifica presente nella guida è in un breve tratto nella valle di Arnetola, in cui si abbandona il percorso settecentesco e si segue il percorso CAI per evitare due fronti di cava, visti anche i disguidi riscontrati quest'anno con i cavatori.
🌟7: l'arrivo a Massa è nuovo: seguendo prima l'antica mulattiera dal Santo a Canevara e poi il viottolo delle miniere (riaperto nel 2020 dai volontari del CAI di Massa tra cui Marco) rimaniamo molto più vicini alla Via Vandelli settecentesca (dall'altra parte del Frigido) e su un percorso più affascinante.
👉FT: tutto confermato per Finis Terræ al mar Tirreno.

il ponte ferroviario (e pedonale) della Villetta, sopra cui passa il nuovo percorso escursionistico della Via Vandelli

Tutti i dettagli, approfonditi passo per passo, li trovate nella guida fresca freschissima. Le nuove tracce gpx e kml sono state caricate sul sito. Preparate gli scarponi, gli zaini e soprattutto preparate gli occhi che si spalancheranno di stupore, il cuore che si nutrirà di emozioni, i polmoni che si riempiranno di sana fatica, la testa che si inebrierà di nuovi stimoli storici geografici intellettuali illuminanti!

sabato 28 novembre 2020

senza nome

«per chi aspetta da sempre il momento perfetto
per chi va fuori tempo, ma balla lo stesso
è una canzone senza nome
una canzone che conosci anche se non sai le parole»

La Via Vandelli. Punto. Potrei finirla qui. Anzi, potrei solo aggiungere: la Vandelli.
Il succo è che la via Vandelli (quando sta scritta sui cartelli della toponomastica, per indicare quel pezzetto di Via in quel determinato comune) o la Via Vandelli (quando la intendiamo come cammino, come la grande strada di comunicazione, la prima delle strade moderne nella sua unicità, intellettuale progettuale e ideale), la Vandelli: non ha nome.

centocinquanta chilometri di Via Vandelli (Sassuolo, Vagli, Puianello)

Nei cartelli a inizio strada, non trovate mai nessun nome proprio, nemmeno un'iniziale puntata. Perché non stiamo parlando di una piccola dedica locale a un personaggio, ma stiamo parlando di un'idea, di un sogno, di una meraviglia fatta progetto, fatta pietra, fatta sudore.
È successo che quella che nel '700 si chiamava Strada Nuova nel tempo prendesse, a furor di popolo oserei dire, il nome del suo progettista. È successo che quella memoria si sia tramandata attraverso le generazioni, di bocca in bocca, di padre di madre in figlio in figlia, che gli anziani camminando con i nipoti sul selciato del paese mormorassero orgogliosi (e quasi ancora da secoli meravigliati) "questa è la strada del duca di Modena" o "questa è la strada della Tambura" o "questa è la strada che porta in Toscana e al mare" a seconda di dove si trovassero, ma indistinatamente tutti concludevano con "questa è la Vandelli".
Chiedete a chi ci abita, sopra sotto a fianco vicino nei dintorni. Io l'ho fatto. Tutti sanno dov'è. A tutti brillano gli occhi parlandone. E tutti la chiamano col suo nome. Senza nome.

la Strada Nuova nella mappa del 1746 di Domenico Vandelli

Anche nei cartelli dei comuni che hanno riconosciuto, inevitabilmente, quella presenza così forte e luminosa, illuminata, non c'è nome. Non può esserci. Tradirebbe il senso e la tradizione.
Se poi andate a vedere nelle mappe in rete, inspiegabilmente associano a quei tratti di Via alcuni nomi: Agostino, Domenico, Francesco... Vandelli. Tutti parenti, tutti importantissimi scienziati in Italia e in Europa. E sì, può essere che in una qualche città o paese in giro per l'Italia abbiano dedicato una strada a uno di questi importanti personaggi, e lo hanno fatto, controllate. Ma non quando quel nome si sovrappone al percorso settecentesco della madre di tutte le strade moderne: lì non c'è un nome, lì c'è solo un'antonomasia: lì è per tutti la Via Vandelli. Con il suo nome senza nome, la via Vandelli, così è indicata nel catasto toscano ottocentesco e in tutte le mappe della Garfagnana.

la Via Vandelli nelle antiche mappe toscane

Come per le grandi strade romane, o di pellegrinaggio, la Via Francigena, o la Via Appia, la Via Emilia: non è la via Marco Emilio Lepido, è solo la via Emilia.
Così è per la Via Vandelli, un concetto, uno slancio, un'emozione, un'idea, un brivido, una strada di centocinquanta chilometri lastricata dalla pianura al mare attraverso due catene montuose quando nessuno osava immaginare niente di minimamente paragonabile. A tal punto che la Via Vandelli, per la maggior parte di noi indigeni nati attorno alla Via, non è neanche la Via Vandelli, è di più, è semplicemente unicamente inequivocabilmente: La Vandelli.
estati anni '80'90: "nonna, io vado in bici in paese..." e mentre già corro giù per le scale, un richiamo "vai di dietro per campagna... o fai la vandelli?"

la Vandelli all'inizio del mio paese natale

giovedì 16 luglio 2020

il passaporto del Viandante

«Correr es mi destino
Para burlar la ley
Perdido en el corazón
De la grande Babylon
Me dicen "el clandestino"
Por no llevar papel»

Chi è un viandante? Secondo me chiunque si mette per via con l'intenzione del viaggio. Può avere una meta o no, può portarci da qualche parte o anche avere più la natura di una fuga, può essere breve o lungo, senza fine in rari casi. Il viandante per un lasso di tempo ha lo sguardo che oscilla tra la punta delle scarpe e l'orizzonte (non che servano le scarpe, a dirla tutta, e l'orizzonte potrebbe anche essere stretto da alte montagne, o lontanissimo come il pelo del mare), il viandante in quel lasso di tempo aiutato dalla dolce agitazione dello spirito provocata dal sobbalzare sul terreno inizia a sentire nell'intimo che le pareti si scrostano, i pezzi cadendo scricchiolano e aprono cerchi di eccitazione e pensieri. Poi un giorno si fermerà: seduto su un sasso, sdraiato nell'erba, soddisfatto su una panchina di un centro città, scaldato dalla sabbia del mare, inebriato dall'aria rarefatta di una vetta o sulla poltrona di casa: e inizierà a ridipingere. Altra cosa non necessaria: il bordone. Però fa figo!

il Viandante che riaprì la Via
Cosa rende un viandante un Viandante della Via Vandelli? Fare tutto quello di cui sopra sulla Via Vandelli, tra Modena, Sassuolo, Pavullo nel Frignano, San Pellegrino in Alpe, Castelnuovo di Garfagnana, il passo della Tambura e Massa. Magari il mare. Né più né meno.

Segue un inciso autoincensante, che si può saltare se volete arrivare al punto 😃
Quest'anno, addì duemilaeventi dell'era comune, il numero di viandanti della Via Vandelli sta crescendo davvero tanto: e non posso che esserne davvero felice!
La storia in breve è questa: più o meno esattamente quattro anni fa capisco che per me è arrivato il momento di percorrere tutta la Via Vandelli, la strada di casa per me, da Modena a Massa. Ma siccome sono uno scienziato, mi metto a cercare il tracciato originale e scopro che non è ben documentato. Passo nove mesi tra archivi e web a studiare e ricostruirlo. A gennaio scrivo una poesiola, che è il primo post di questo blog, a giugno 2017 parto e racconto qui il mio cammino. A natale mi stampo da solo un po' di copie del diario di viaggio che ho tenuto mentre camminavo, da regalare a qualche amico e parente. Un editore se ne accorge, ad aprile 2018 esce il libro "La Via Vandelli - Antica strada, nuovo cammino". Faccio decine e decine di conferenze dal Po alla Garfagnana a raccontare la storia della Via Vandelli. Nel 2018, con il mio libro in mano, i primi due avventurosi, bolognesi, partono sulle mie tracce da Modena e riescono ad arrivare fino a Massa. A fine anno saranno cinque. Nel 2019, l'interesse cresce e i viandanti saranno una cinquantina, compreso un gruppo di spericolati mountainbiker modenesi che accolgo personalmente al passo della Tambura. Quest'anno... beh, quest'anno le persone che camminano la Via Vandelli sono TANTISSIME!

uno degli eventi dedicati alla Via Vandelli, in partenza dal palazzo ducale di Sassuolo
Quindi, aumentando le persone, si diversificano anche le esigenze. E una di queste, veniamo al punto, è di avere un documento che attesti il passaggio sulla Via Vandelli. Quella che sui cammini religiosi si chiama credenziale e che sulla Via Vandelli si chiamerà:
Un piccolo libricino, in cui raccogliere i timbri che testimoniano il passaggio lungo le diverse tappe, con il percorso, i profili altimetrici, qualche immagine di sfondo e un po' di storia della Via Vandelli.
Non dà diritto a nessun trattamento speciale, sconti convenzioni privilegi, non è in alcun modo un documeto di riconoscimento. È un bel ricordo. Da conservare, da mettere in cornice, da riguardare sognando l'indelebile cammino sulla Via Vandelli. Infatti le pagine interne sono fatte apposta per essere riaperte e avere in una sola pagina il nome, le altimetrie col percorso e i timbri.

il Passaporto del Viandante della Via Vandelli
In tante persone che si apprestavano a camminare mi hanno chiesto se era disponibile un documento di questo tipo, e alcuni se lo sono anche fatti in autonomia. Quindi ho deciso di realizzarlo e di metterlo a disposizione sul sito www.viavandelli.com, nella sezione "il passaporto", per essere scaricato e stampato. E portato con sé durante il cammino. E timbrato. E conservato. Affettuosamente.

Come funziona: si va sul sito, si va alla pagina relativa al Passaporto del Viandante, si scarica il file pdf e si stampa fronte/retro su un foglio A4, ancora meglio se su cartoncino. Poi si piega in quattro: prima di tutto si piega il foglio in due sul lato lungo, facendo andare la parte che contiene le altimetrie sopra la parte per i timbri, poi si piega nuovamente in due sul nuovo lato lungo, sovrapponendo le due parti con la descrizione della Via Vandelli, compilate con i vostri dati nella pagina interna: il Passaporto del Viandante è pronto per il cammino con voi!
Ecco come si fa: 1... 2... fatto!
come piegare il Passaporto del Viandante della Via Vandelli
- La foto di sfondo della copertina è il passaggio al passo della Tambura; in alto c'è il logo della Via; lo spazio per scrivere, eventualmente, il proprio nome, la poesiola che scrissi tre anni fa, la schematizzazione del percorso con le tappe, la capanna celtica a Cà Guerri e l'indirizzo del sito.
- Sul retro, la foto di sfondo è il passaggio sotto il voltone a San Pellegrino in Alpe; poi c'è in brevissimo raccontato cos'è la Via Vandelli; nuovamente il logo della Via; l'hashtag #viavandelli con cui taggare i vostri post sui social; e il qr-code che porta al sito.
- Aprendo il passaporto, la foto di sfondo è una bellissima rampa della Via Vandelli sulle Apuante, tra Resceto e i Campaniletti. Il testo racconta un po' più per esteso la storia della Via Vandelli, dalle origini fino al cammino che sta diventando oggi.
- Aprendo ulteriormente si torna al formato A4: nella parte superiore la foto di sfondo è Capanno Guerri con il cimone; sulla parte sinistra, sotto il logo, ci sono gli spazi per i dati della viandante o del viandante e del suo viaggio, sulla destra le due altimetrie con le tappe, partendo da Modena o da Sassuolo.
Nella parte inferiore c'è il percorso vero e proprio, con le tappe, affiancato dalla freccia direzionale che accompagnerà il vostro cammino; e sotto, con sfondo la selciatura della Via Vandelli nella Selva Romanesca, lo spazio per i timbri!

I timbri si possono richiedere agli uffici turistici dei paesi attraversati, nelle ospitalità in cui sostate nelle varie tappe o anche agli esercizi commerciali: non c'è un timbro ufficiale della Via Vandelli, quindi ognuno metterà il suo.

Se qualcosa non fosse chiaro, ho fatto anche un breve video che spiega il tutto...
...buona visione e soprattutto buon cammino sulla Via Vandelli!


...qualcuno mi chiederà: e il testimonum...? ...chissà... 😊 (che poi io chiamerei "brevetto", memore delle randonée ciclistiche) STAY TUNED, come si dice in questi casi.