martedì 7 febbraio 2017

seduto in quel caffè

dopo aver deciso che le mezze misure non facevano né per me né per la Via Vandelli, ho studiato per qualche mese, provando a districarmi tra il labirinto di percorsi alternativi e sempre imprecisi che venivano proposti per la Via Vandelli. e il 29 settembre scorso ho deciso che sarei uscito per la prima esplorazione dal vivo del percorso.
partito armato di curiosità scientifica e una buona dose di impazienza, sono uscito con meta la biblioteca di Pavullo alla ricerca di un po' di bibliografia. libri a parte, mi sono fermato a sbirciare, appena prima del viadotto della Nuova Estense sul Rio Torto, la Via Vandelli che risale il versante sud del Malandrone. Ed è l'unica foto fatta quel giorno!
la Via Vandelli risale dal Rio Torto in direzione sud
Eppure non è di questo tratto di Via Vandelli che voglio parlare. Ma del tratto che ho percorso un po' in auto e un po' a piedi nella pausa pranzo della biblioteca. la Via Vandelli non fa praticamente mai curve: è una linea arcuata e pensierosa, appoggiata tra crinali e fondovalli. E così, scendendo da Sant'Antonio, segue un tracciato ben diverso dalla successiva via Giardini e invece che tortuoseggiare per evitare il fosso dell'Acquabona, ci si butta dentro segnata dalle acque e dagli spartiacque.
Così il 29 settembre ho percorso per la prima volta un tratto della Via Vandelli inedito per me e quindi recuperato, tracciando un segno inequivocabile per dirimere quell'intrico di dicerie sul percorso della Via Vandelli. E quel segno lo voglio riprodurre qui, a favore dei miei ventiquattro lettori.



in assenza di foto, rimangono solo i ricordi sognati:
lasciando la statale peregrinare a sinistra tra le sue curve, si mantiene la barra dritta per via Savonarola e subito si è cinti da case da un borgo da muri che paiono nati a delimitare senza invadere i bordi della Via, in pochi metri il balzo nei secoli è fatto. ma proseguendo, prosegue, affacciandosi sul lago della Chiozzola e poi si infila tra i filari di querce e le case coloniche e altri secoli passano, lasciando ben presto l'asfalto per la carreggiata il percorso si fa più incerto e più vivo, la discesa aspra e il panorama potente e vasto, giù fino al rio, giù in basso, con la vista verso Pavullo prima di recuperare con un breve balzo l'asfalto e la modernità...
ma sotto, rimane, l'antica intelligenza dell'uomo e della terra fattisi Via.


E il percorso così ritracciato, si ricompone nel suo alveo con le testimonianze delle carte storiche, come nella carta del territorio modenese del 1821 in cui la Vandelli appare chiara in rosso sulla sinistra scendere dritta. E come nelle primissime mappe dell'Istituto Geografico Militare di fine '800, in cui la Via Vandelli si riconosce bene nel tratteggio sulla sinistra.

La Via rinasce dalle testimonianze, dallo studio, dalle letture, dalle mappe, rinasce con le mie gambe.

p.s. si capisce un po' meglio cosa intendo quando dico che voglio ricostruire e ripercorrere in maniera fedele il tracciato originale del 1739?

www.viavandelli.com #viavandelli

1 commento:

  1. Molto bene Giulio, adesso hai uno nuovo stalker dietro alle quinte.
    Seguirò molto volentieri l'evolversi di questo tuo progetto, traendo magarti qualche spunto per andare ad esplorare dei tratti della Via in bici.

    A presto
    Riky

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