rapidamente, cercando in rete, si possono collezionare un numero grande a piacere di possibili percorsi della Via Vandelli. percorsi a piedi, a cavallo, in bicicletta, in mountain bike, in moto, in macchina o in corriera; purtroppo anche in moto da cross o fuoristrada. praticamente nessuno in carrozza. e così proliferano in modo assolutamente fantasioso i paesi toccati dalla Via Vandelli.
un discorso a parte merita la bretella Sassuolo-Cà di Bosi, e lo farò eccome se lo farò. un altro ancora merita il percorso nella valle del Secchia, che ricalca la romana Via Bibulca. qui parliamo del percorso che parte dalla valle del Tiepido e risale verso il Frignano, il percorso progettato nel 1739.
posso dire che la Via Vandelli parte da Modena, passa per Vaciglio e il Cantone, attraversa Montale, Pozza e Gorzano, per toccare Torre Maina. non attraversa Colombaro, nè tocca Maranello.
la Via Vandelli si spinge tra i calanchi quasi a lambire Puianello, per proseguire a Farneta di Riccò e San Dalmazio, Sant'Antonio poi Pavullo e Montecenere e Lama Mocogno fino a Borra. non passa da Monfestino, non da Montebonello o Monzone, né dal castello di Montecuccolo, nemmeno dal ponte del Diavolo, non da Renno e nemmeno Olina.
la Via Vandelli riparte da Borra e da lì sale in altitudine mantenendosi in quota, senza attraversare altri paesi a parte La Santona nato dopo la costruzione della Via Vandelli. passa tra Barigazzo e il monte Cantiere, attraversa il passo Cento Croci e sosta all'osteria de la Fabbrica, lambisce il Sasso Tignoso, si appoggia all'Imbrancamento, fino al paese successivo che è San Pellegrino in Alpe. in questo tratto la Via Vandelli non passa da Cavergiumine né dalle Piane di Mocogno, non da Roccapelago nè da Sant'Anna Pelago, e nemmeno dal Passo delle Radici.
la Via Vandelli scende in Garfagnana attraverso Pellizzana, giunge a Campori, si sposta a Pieve Fosciana e raggiunge Castelnuovo Garfagnana, segue il fiume Serchio per Filicaia fino a Poggio. la Via non passa per chiara scelta da Chiozza nè da Castiglione di Garfagnana perché sotto il dominio di Lucca, evita tutti i paesi di Antisciana, Sillicano e Pontecosi.
risalendo il fiume Edron, la Via Vandelli tocca la Ferriera, poi Vergaia e si butta su Fabbriche di Carregine (sotto le acque del lago di Vagli), arriva a Vagli Sopra e si infila nella valle di Arnetola fino al Passo della Tambura. e così non si passa da Roccalberti né da Roggio, nemmeno da Carregine né Vagli Sotto e non tocca Campocatino nè l'eremo di San Viano.
la Via Vandelli scende a Resceto, passa da Gronda e Guadine, poi Canevara e infine Massa. non si spinge fino al rifugio Nello Conti e nemmeno devia a Redicesi.
è una teoria di presenze e assenze. perché una strada è una linea unidimensionale che attraversa e tocca che vuol dire che sceglie il proprio percorso, incide e tralascia seguendo la forma delle terre e delle acque. lo sguardo e le deviazioni perditempo la rendono bidimensionale. gli odori i sapori e le voci delle genti le danno sostanza e volume. la quarta dimensione ne è espansa dal ricordo dell'averla percorsa.
www.viavandelli.com #viavandelli
La Via Vandelli è la strada leggendaria del Ducato Estense, la prima strada dell'illuminismo, progettata e costruita attraverso l'Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane, dalla pianura modenese al mare Tirreno. Con mesi di ricerche negli archivi Estensi, ho ricostruito il percorso originale del 1739. Poi ho inforcato il mio bastone di nocciolo e calcato il cappello a larghe tese in testa, e in otto tappe ho ripercorso i 150 km di asfalto terra ghiaia roccia erba che sono oggi la Via Vandelli.
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