venerdì 28 aprile 2017

chissà se aspetti me


«mentre tu chissà se aspetti me, mentre qui l'asfalto che si scioglie brucia i tacchi alle mie scarpe: sono a terra, senza un soldo, chissà mai se arriverò da te»

la Via Vandelli è una via o è una strada?
meglio rispondere subito: è, senza tema di smentita, una strada.
meglio chiarire subito: per me è, senza nascondere sentimentalismi, la strada.
c'è differenza tra una via e una strada; e quando la differenza è etimologica, è una bella differenza. per farla breve, la via è un qualsiasi tratto di terreno su cui avviene il transito, la via strata è una via che è stata lastricata. infatti il termine latino strata è il participio passato del verbo sternĕre che vuol dire "stendere a terra" cioè rendere piano o stendere uno strato.
ciò basti a dissipare ogni dubbio sul fatto che la Via Vandelli sia effettivamente una strada e non solo una via.
la Via Vandelli ben lastricata nei pressi della Serra della Luminaria
perché penso, viappiù, che la Via Vandelli non sia solo una strada ma addirittura la strada?
perché all'inizio del '700 strade non ne erano state progettate dal tempo dell'impero romano. il territorio era coperto di vie, cioè di cammini, tratturi, sentieri, percorsi fatti di terra e fango, sudore e fatica, uomini e animali che si spostavano da un luogo all'altro utilizzando vie di comunicazione aperte schiacciando con i piedi il suolo e macinandone le erbe e le roccie per far emergere una linea sgombra da troppi impedimenti.
e nel 1738 arriva l'illuminsmo anche nella viabilità. un sovrano illuminato capisce che è il tempo nuovamente di tracciare sul territorio vie e di lastricarle, di stendere uno strato di sassi e pietre ben livellate e assicurate tra di loro per permettere una comunicazione più rapida e sicura all'interno del suo ducato. e un ingegnere matematico ha l'esperienza negli occhi del suo territorio di morbide colline argillose e al contempo le conoscenze scientifiche per triangolare quelle colline e trovare la linea di crinale su cui allineare quel lastricato. il sovrano chiede una strada larga, con poche e dolci curve ancora più larghe, selciata, percorribile durante tutte le stagioni, che necessiti di poca manutenzione e che sia sicura, percorribile in carrozza. e il suo progettista gli costruisce, per la prima volta dopo il medio evo, una strada che assecondi tutti i suoi requisiti: la Via Vandelli, la prima strada d'Italia e d'Europa, progettata realizzata e manutenuta secondo moderni criteri di agibilità, sicurezza, velocità e disponibilità di servizi. da Modena a Massa una striscia di ciotoli, pietre e lastre, che rapidamente sale sul crinale, evitando così movimentazione di terreno, rendendo facile la sistemazione dopo gli smottamenti, che non serpeggia scendendo e salendo i pendii a ripetizione, fornita di osterie e locande e poste per rifocillarsi e alloggiare e cambiare i cavalli, assicurata con muri di contenimento, parapetti e canaline di scolo.
nella mappa del 1746 di Domenico Vandelli compare la Strada nuova
un'opera immane e un'opera prima, una strada che apre il secolo dei lumi. per questo è ancora più strabiliante che questa strada non sia ancora stata catturata nella rete dei cammini per escursioniti che si arricchisce di giorno in giorno e che è sempre più alla moda. ma per rimediare ci sono io.
si capisce che non rientri nei percorsi escursionistici proprio perché è una strada, e non una via. e quindi è stata, è  e sarà una strada carrozzobile, percorsa non solo da escursionisti a piedi, ma da molti altri divoratori di strade. i mountainbiker golosi di sterrati e dislivelli, i motocrossari che si abbuffano di impervi tracciati nei boschi sparando fango e sassi, i jeeponari che si ingozzano di strade da distruggere con le larghe ruote scavando fossi, gli automobilisti che mandano a gargarozzo le strade di montagna, i camionisti che a grandi bocconi percorrono le statali a folli velocità. perché la Via Vandelli è stata in grande parte una strada di successo e quindi molte strade successive, più moderne e ancora più razionali, ne hanno ricalcato svariati tratti: è quindi una statale, una via provinciale o comunale, una larga carreggiata per i montanari, un sentiero cai, un sentiero infestato da rovi da riscoprire, un prato dove o addirittura una proprietà privata dove con protervia sono stati cavati le pietre e i sassi dello strato steso lastricato, poi arato e recintata una porzione di territorio che era la strada.
la Via Vandelli lungo la discesa da San Pellegrino in Alpe, affiancata dal suo muro di contenimento
ma infine la Via Vandelli è la strada del mio cuore perché su quella strada ci sono nato, cresciuto, imparato ad andare in bicicletta, vissuto le colonie estive della fabbrica, dato i primi baci e anche altri dopo, è la strada stampata sui libri che mio nonno portava a casa dalla tipografia, in una casa al limitare della Via Vandelli imparato a stampare foto e a guardare il profilo delle montagne di notte, è sulla Via Vandelli che ho visto per l'ultima volta il più grande scalatore di sempre, il Pirata, alzarsi faticosamente sui pedali per affrontare le ultime rampe dell'Alpe del San Pellegrino.
per questo, per me, la Via è una.

www.viavandelli.com #viavandelli @viavandelli

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